vicentini – Æolia http://blog.aeolia.com Ristorante in Costozza Wed, 11 Nov 2015 10:07:49 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 https://i0.wp.com/blog.aeolia.com/wp-content/uploads/2015/10/cropped-logo-aeolia-color.gif?fit=32%2C32 vicentini – Æolia http://blog.aeolia.com 32 32 181766824 11 Novembre 2015 San Martino, la giornata del bacalà alla vicentina http://blog.aeolia.com/11-novembre-2015-san-martino-la-giornata-del-bacala-alla-vicentina/ http://blog.aeolia.com/11-novembre-2015-san-martino-la-giornata-del-bacala-alla-vicentina/#respond Wed, 11 Nov 2015 10:07:49 +0000 http://www.blog.aeolia.com/?p=5390

L’11.11.2015, PIATTO DI BACALA’ ALLA VICENTINA A 12 EURO
Alla festa di San Martino ricorre anche la “9ª edizione della Giornata del Bacalà”

A Vicenza e provincia la festa di San Martino è anche “La Giornata del Bacalà alla Vicentina”, un’iniziativa dei ristoratori consigliati dall’omonima Confraternita. La ricorrenza cade in una data speciale: l’11 novembre, ed ecco allora che i 50 locali garanti della ricetta originale colgono l’occasione per lanciare una loro speciale promozione: per questo giorno un piatto di Bacalà alla Vicentina, polenta compresa, costerà 12 euro, un prezzo decisamente promozionale. Molti ristoranti colgono l’occasione per offrire anche menù degustazione a base di Bacalà alla Vicentina a prezzi molto interessanti.
Il piatto principe della tradizione gastronomica berica, preparato con stoccafisso di prima scelta, e secondo la complessa ricetta codificata dalla Confraternita, costerà dunque meno del solito. Come spiega Chemello, Presidente del gruppo ristoratori, Per un giorno si può fare perché l’obiettivo è quello di avvicinare tutti alla riscoperta di una specialità che sta ottenendo grandi apprezzamenti, non solo in Italia, ma anche all’estero. Il bacalà fatto in casa oramai è una rarità, perché di esperienza sulla ricetta e di tempo per prepararlo ce ne sono sempre meno. Il rischio è che proprio i giovani vicentini, per primi, non abbiano mai assaggiato un piatto che tiene alto il nome della nostra provincia in giro per il mondo. Dunque l’iniziativa dei ristoratori di offrire il piatto “scontato” può davvero costituire un incentivo alla conoscenza del Bacalà alla Vicentina anche tra i ragazzi, oltre che un modo per ringraziare, con un prezzo “agevolato”, i tanti fedelissimi del piatto”.
Non resta quindi che provare, MERCOLEDI’ 11 novembre (o nei ristoranti che sono chiusi per turno, in un altro giorno – vedi sotto la lista), nella particolare giornata dedicata al simbolo gastronomico della vicentinità, un fumante piatto di polenta e bacalà gustandone il profumo intenso ed il sapore pieno ed inconfondibile, magari accompagnato da uno dei vini doc del territorio come il Vespaiolo, il Durello o il Tai Rosso, perfetti per l’abbinamento a questa specialità.

Per maggiori informazioni:

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il Niño e il 2015 potrebbe diventare l’anno più caldo di sempre (ma non all’Æolia) http://blog.aeolia.com/il-nino-e-il-2015-potrebbe-diventare-lanno-piu-caldo-di-sempre-ma-non-allaeolia/ http://blog.aeolia.com/il-nino-e-il-2015-potrebbe-diventare-lanno-piu-caldo-di-sempre-ma-non-allaeolia/#respond Fri, 12 Jun 2015 00:16:08 +0000 http://www.blog.aeolia.com/?p=4487 Dopo 5 anni torna il Niño, e già i giornali e i siti web decretano il 2015 come l’anno più caldo di sempre ma….

da http://wikimapia.org/27298508/it/Villa-Aeolia

Nel 1592 Galileo Galilei incominciò a insegnare matematica all’università di Padova. Nell’estate del 1593 contrasse una cattiva forma di artrite a Costozza, in provincia di Vicenza, quando era ospite del conte Camillo Trento. L’illustre scienziato si era addormentato su un rosone dei “ventidotti” della famosa villa Aeolia di Costozza contraendone una trista malattia che lo accompagnò per tutta la vita.
Bisogna sapere che attorno a Costozza si trovano 6 ville costruite in varie epoche a partire dal 1550, ville che sfruttano tutte lo stesso sistema di raffreddamento. I locali interni degli edifici sono collegati a cavità e condotti sotterranei, naturali e in parte artificiali, chiamati covoli o grotte che forniscono d’estate l’aria fredda necessaria a climatizzare l’ambiente. Queste grotte si trovano nelle vicine colline e sono anche sfruttate per la coltivazione dei funghi. I ventidotti o canali di ventilazione collegano le grotte alle ville di Costozza. Sono lunghi fino a qualche centinaio di metri e vanno a sboccare nelle cantine. La temperatura dell’aria nei covoli si aggira intorno ai 11-12 gradi centigradi durante tutto l’anno. Dai ventidotti l’aria fresca penetra nei locali d’abitazione attraverso rosoni di marmo traforato, posti nei pavimenti. Attraverso queste condutture l’aria degli edifici si rinfresca di una decina di gradi (temperatura interna – per esempio – di circa 16 gradi in contrapposizione a una esterna superiore ai 30). Anche il Palladio nei suoi libri di architettura parla di questi ventidotti e li paragona, riprendendo un’immagine mitologica eolica, al “carcere dei venti”. Galileo, in parole povere, si era addormentato su un rosone di uno di questi ventidotti della villa Aeolia contraendone una fastidiosa forma di artrite, diventata inguaribile.

e ancora

da http://www.solarenergysunrise.com/2012/10/le-ville-di-costozza.html

 

ÆOLUS HIC CLAUSO VENTORUM CARCERE REGNAT ÆOLIA:
“Eolo (re del vento) è rinchiuso in questo carcere e vi regna”. Infatti, se si apre la porta principale della cantina, il vento si sprigiona…
A una decina di km a sud di Vicenza, in una calda giornata estiva, si può approfittare dell’occasione per visitare un paesino tutto ville antiche e giardini, Costozza, al riparo di una falesia dei monti Berici, piena di grotte: i covoli.
Il pranzo lo si potrà gustare in un bel ristorante, celebre per il suo sistema d’aria condizionata naturale, che condivide con le ville vicine. E’ la Taverna di Eolo, nei locali che facevano parte della residenza più importante di cui è rimasta una sala affrescata qualche secolo fa, quando già era in uso l’ingegnoso sistema, ancora attuale. Infatti, le cantine sotto il centro storico sono piene di cunicoli e piccole stanze che tutto l’anno mantengono la temperatura abituale sotto terra: in genere dai 10 ai 18 gradi centigradi, qui intorno ai 10.
D’estate basta aprire le porte e le prese d’aria dei covoli per avere un delizioso refrigerio a costo nullo per l’ambiente e per i proprietari.

 

Le sei ville costruite in varie epoche a partire dal 1500, sulle pendici dei monti Berici, sfruttano lo stesso sistema di raffreddamento degli antichi edifici iraniani, con condotti di ventilazione, collegati a cavità sotterranee, di cui abbiamo accennato in un post precedente.
I covoli sono in diretta comunicazione con l’esterno attraverso numerose aperture situate a quote diverse tra loro. Pertanto, soprattutto nei periodi in cui la temperatura dell’aria esterna è maggiore di quella dell’aria interna, si innesca un moto convettivo di circolazione dell’aria per cui quella calda, che entra nei covoli dall’apertura in alto, riesce definitivamente ad uscire raffrescata dalle aperture situate in una posizione più bassa, circolando naturalmente.

 

Con la finalità di sfruttare in modo appropriato tale fenomeno naturale di raffrescamento delle ville di Costozza, queste ultime sono state collegate direttamente alle parti inferiori dei covoli attraverso una serie di cunicoli sotterranei appositamente scavati, comunemente chiamati “ventidotti”, della lunghezza di qualche centinaio di metri. Questi ventidotti arrivano fino alle cantine delle ville e successivamente da queste l’aria fresca penetra nei locali che si trovano nella parte più alta dell’abitazione attraverso rosoni di pietra o di marmo traforato localizzati nei pavimenti dei locali del piano terra. Se il rosone resta chiuso, durante una giornata del mese di luglio in cui la temperatura esterna può arrivare fino a 29° C, la temperatura in una stanza del piano terra può essere compresa tra i 20,5° C ed i 21,5° C.
Al contrario con il rosone aperto la temperatura in un ambiente della villa si abbassa fino a raggiungere la temperatura di 16° C, quando esternamente si arriva normalmente a 33° C.
Le ville di Costozza erano così celebri che ne parlò anche il Palladio, nel primo dei suoi “Quattro libri dell’Architettura”.

 

Tra gli ospiti illustri che hanno soggiornato all’Æolia ricordiamo: Galileo Galileiastronomo, Andrea Palladio architetto, che nei suoi trattati parla appunto dell’ingegnoso sistema di condizionamento dell’aria, il Mantegna, pittore, e Orazio Marinali, scultore.
e
ancora

Il Rinascimento – Le ville di Costozza

Le ville di Costozza

Dal punto di vista dell’architettura climatica, sono molto interessanti le ville di Costozza, anch’esse in Veneto, dove veniva sfruttato il vento che passa per delle grotte allo scopo di rinfrescare gli ambienti in estate.

A Costozza, frazione del Comune di Longare (VI), nei colli Berici, sulla proprietà dei Trenti, una nobile famiglia di Vicenza, c’erano delle grotte e delle gallerie sotterranee, dette “covoli”, scavate in antichità per estrarne delle pietre. Nei covoli, che comunicano tramite varie aperture con l’esterno, la temperatura dell’aria rimane pressoché constante, intorno ai 10-12°C durante tutto l’anno (1). Quando i proprietari, nel Seicento, costruirono le loro ville su questo terreno, ebbero l’idea di sfruttare l’aria delle grotte per rinfrescarne gli ambienti interni. Collegando i sotterranei dei fabbricati con i cunicoli, i cosiddetti “ventidotti”, alle grotte e, all’interno delle ville, realizzarono un sistema di bocchette che consentivano la regolazione del flusso d’aria. Ancora oggi l’aria fresca penetra nei sotterranei, e, attraverso le bocchette, raggiunge i piani superiori.

 

Ville di Costozza – Planimetria generale

(Leggenda: 1 Villa Eolia, 2 Villa Trento, 3 Casa dei buoni fanciulli, 4 Villa da Schio, 5 Villa Cà Molina, 6 Villino Garzadori, 7 Ingresso al covolo dei venti,

A Covolo dei venti, B Grotta del Marinali, C Covoletti di villa Trento

 

Come si sa, nelle grotte, nei cunicoli e nei locali sotterranei, l’aria ha una temperatura quasi costante per tutto l’anno, pertanto, questi luoghi, in estate li percepiamo freschissimi. In antichità, molte grotte erano usate per tenere freschi viveri e acqua, e, in alcuni casi, anche per refrigerare  le case. Il problema che si poneva era: come convogliare l’aria fresca anche dentro la casa? Nelle ville di Costozza ci si è riusciti grazie ad alcune particolari circostanze.

 

 

Ville di Costozza – Sistema delle grotte

Il flusso d’aria nelle grotte è generato dalla differenza di temperatura e di pressione. Nei periodi in cui la temperatura dell’aria esterna è superiore a quella dell’aria interna, si sviluppa un flusso d’aria per cui, quella calda, che entra nei covoli dall’apertura  in alto, ne esce, raffreddata, dalle aperture più basse. Il movimento è quindi discendente in estate, ed è ascendente in inverno, quando la temperatura dell’aria esterna è minore di quella interna.

 

Ville di Costozza – Sistema delle grotte

 

Andrea Palladio, meravigliato da questo sistema, lo descrive nel primo dei suoi Quattro Libri dell’Architettura, quando parla dei camini, con le seguenti parole (2):

De’ camini usavano gli antichi di scaldare  le loro stanze in questo modo. Facevano in camini nel mezzo con colonne, o modiglioni, che toglievano suso gli architravi sopra i quali era la piramide del camino, d’onde usciva il fumo, come se ne vedeva uno a Baia appresso la piscina di Nerone; & uno non molto lontano da Civita Vecchia. E quando non vi volevano camini, facevano nella grossezza del muro alcune canne, o trombe, per le quali il calor del fuoco, ch’era sotto quelle stanze saliva & usciva per certi spiragli, o bocche, fatte nella sommità di quelle canne. Quasi nell’istesso modo i Trenti, gentiluomini vicentini, a Costozza, lor villa rinfrescano l’estate le stanze: perciocché  essendo nei monti di detta villa, alcune cave grandissime, che gli abitatori di quei luoghi chiamano covoli, & erano anticamente petraie, della quali credo intenda Vitruvio, quando nel secondo libro, ove tratta le pietre, dice, che nella Marca Trivigiana si cava una sorte di pietra, che si taglia con la sega, come il legno. Nelle quali nascono alcuni venti freschissimi, questi gentiluomini per certi volti sotterranei, ch’essi dimandano ventidotti; gli conducono alle loro case, e con canne simili alle sopraddette conducono poi quel vento fresco per tutte le stanze, otturandole e aprendole a lor piacere per pigliare più e manco fresco secondo le stagioni. E benché per questa grandissima comodità sia questo luogo meraviglioso; nondimeno molto più degno di essere goduto & visto lo rende il carcere de’ venti che è una stanza sotterra fatta dall’eccellentissimo signor Francesco Trento & da lui chiamata EOLIA: ove molti di detti ventidotti sboccano: nella quale per fare che sia ornata e bella e conforme al nome, egli ha sparagnato né a diligenza, né a spesa alcuna”.

per finire http://www.fotovoltaicosulweb.it/guida/un-impianto-di-condizionamento-ante-litteram-i-ventidotti-di-costozza.html

UN IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO ANTE LITTERAM. I VENTIDOTTI DI COSTOZZA

Antesignano degli impianti di ventilazione e condizionamento. I ventidotti cinquecenteschi di Costozza sfruttano l’aria fresca proveniente dalle grotte circostanti per rinfrescare le stanze delle ville nobiliari. Ecco come.

Autore

Dott.ssa Serena Casu

Nelle nostre case, così come negli edifici pubblici e privati, siamo ormai abituati a contrastare il caldo estivo con sistemi di aria condizionata più o meno sofisticati. I più attenti alle problematiche ambientali e alla salvaguardia delle risorse si affidano alle più complesse progettazioni bioclimatiche degli edifici. Nulla di tutto ciò era però conosciuto nel XVI secolo. Eppure risale a quest’epoca la realizzazione di un impianto per il raffrescamento dell’aria delle ville nobiliari di Costozza, frazione del comune di Longare (Vicenza), nella quale ancora oggi può essere ammirato questo antesignano dei moderni sistemi di condizionamento dell’aria.

Un ingegnoso sistema di ventilazione,
dal Cinquecento, è ancora in funzione:
attraverso canne sotterranee e silenti,
l’aria dei covoli soffia dai pavimenti.

Le auliche sale, in tutte le stagioni abitate:
d’estate con l’aria frizzante rinfrescate,
mentre temperate sono nel rigido inverno,
dove nell’abitare si respira un clima eterno
.[1]

Sono due strofe di una delle poesie scritte da Bruno Maistro, insegnante di Costozza, in una sua raccolta di versi dedicati alla storia della località vicentina. L’ingegnoso sistema di ventilazione che consentiva di mantenere un clima eternonelle sale interessate da questo impianto è composto dai cosiddetti ventidotti. Si tratta di una serie di cunicoli sotterranei che collegano le ville nobiliari alle grotte del circondario, attraverso i quali l’aria a temperatura costante proveniente dalle grotte viene convogliata per convenzione naturale alle sale dei palazzi nobiliari, consentendo dirinfrescare naturalmente le sale in estate, e di mitigarne le rigide temperature in inverno. L’aria proveniente dalle grotte, infatti, mantiene tutto l’anno una temperatura pressoché costante tra i 10 e i 12°.

Una delle griglie in pietra per la fuoriuscita dell'aria proveniente dai ventidotti

(Una delle griglie in pietra per la fuoriuscita dell’aria proveniente dai ventidotti. Fonte immagine)

Tra i principali artefici di questo affascinante impianto di condizionamento ante litteram c’è il conte Francesco Trento, discendente dell’importante famiglia Morlini stabilitasi da Trento a Costozza negli anni Venti del Quattrocento, il quale nella seconda metà del Cinquecento fa collegare le sale delle sue proprietà alle viscere dei monti vicini, realizzando questo imponente sistema di raffrescamento che avrebbe destato non poca meraviglia tra i suoi numerosi ospiti. Sembra, infatti, che il conte amasse circondarsi di scienziati e letterati, i quali trascorrevano lunghi soggiorni estivi ospiti delle sue dimore.

A lui si deve, tra l’altro, la costruzione di un edificio ancora esistente, Villa Eolia, attualmente un ristorante, all’interno della quale con molta probabilità si svolgevano le riunioni tra il conte e i suoi eruditi ospiti. La sala dove si riuniva quella che è stata definita l’Accademia Eolica, era rinfrescata dall’aria proveniente dal criptoportico sottostante, non a caso chiamato “Carcere dei Venti“, nel quale terminava il reticolo di ventidotti provenienti dalle vicine grotte. Dal criptoportico l’aria penetrava nella sala principale attraverso una griglia traforata in pietra.

Villa Eolia

(La cantina dell’attuale ristorante Villa Eolia. Si noti in alto la griglia per il passaggio dell’aria. Fonte Immagine)

La leggenda narra che tra gli ospiti dell’Accademia vi fosse anche Galileo Galilei, il quale si sarebbe ammalato di reumatismi proprio a Costozza, a causa dell’esposizione prolungata all’aria fredda proveniente dai ventidotti. Non vi sono notizie certe sulle cause della malattia dell’illustre scienziato, ma sappiamo che questo affascinante sistema di ventilazione non mancava di stupire chiunque visitasse questo edificio o le altre ville della zona collegate alle grotte. Basti pensare che dei ventidotti di Costozza ha parlato anche il Palladio, nel primo dei suoi Quattro libri dell’Architettura. Ecco cosa scriveva il celebre architetto nel 1570, al capitolo XXVII del primo dei suoi libri, a proposito di questo ingegnoso sistema di ventilazione:

Quasi nell’istesso modo i Trenti, Gentiluomini Vicentini, a Costoza lor Villa rinfrescano l’Estate le stanze: perciocché essendo nei monti di detta Villa, alcune cave grandissime, che gli abitatori di quei luoghi chiamano covali, ed erano anticamente Petraie, delle quali credo che intenda Vitruvio, quando nel secondo libro, ove tratta delle pietre, dice, che nella Marca Trivigiana si cava una sorte di pietra, che si taglia con la sega, come il legno, Nelle quali nascono alcuni venti freschissimi; questi Gentiluomini per certi volti sotterranei, ch’essi dimandano Ventidotti, gli conducono alle loro case e con canne simili alle sopradette conducono poi quel vento fresco per tutte le stanze, otturandole, ed aprendole a lor piacere per pigliare più e manco fresco, secondo le stagioni. E benché per questa grandissima comodità sia questo luogo maraviglioso; nondimeno molto più degno di esser goduto e visto lo rende il carcere de’ Venti, che è una stanza sotterra fatta dall’Eccellentissimo Signor Francesco Trento e da lui chiamata EOLIA: ove molti di detti Ventidotti sboccano: nella quale per fare che sia ornata e bella e conforme al nome egli non ha sparagnato né a diligenza, né a spesa alcuna.[2]

[1] Bruno Maistro, Custodia (Costozza), Longare, 2009. Le strofe sono tratte dalla poesia dedicata a Villa Trento-Carli
[2] Qui il capitolo completo

Per saperne di più si consiglia la lettura di:

-Alessandro Bevilacqua, Ricerche e notizie per una storia artistica di Costozza, Longare e Lumignano, in E.Reato (a cura di), Costozza. Territorio immagini e civiltà nella storia della Riviera Berica Superiore, Stocchiero Editrice, Vicenza, 1984, pp. 869-966
-Giuseppe Barbieri, Il vento e la legge. Francesco Trento e il circolo di Villa Eolia, in Studi Veneziani, VII, 1983, pp. 81-142
Guida di Longare, Costozza e Lumignano, 1997

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I “Magnifici cinque” nella “Rossa”. Tanti sono gli chef vicentini http://blog.aeolia.com/i-magnifici-cinque-nella-rossa-tanti-sono-gli-chef-vicentini/ http://blog.aeolia.com/i-magnifici-cinque-nella-rossa-tanti-sono-gli-chef-vicentini/#respond Mon, 14 Apr 2014 00:29:49 +0000 http://www.blog.aeolia.com/?p=4490 La più prestigiosa delle guide segnala anche per i pasti accurati a prezzi contenuti la Locanda Aurora ad Asiago, La Rosina a Marostica, l’Antica Trattoria Due Mori a San Vito di Leguzzano e l’Hostaria a le Bele a Valdagno. Tra gli alberghi ameni si trova invece il Ca’ 7 a Bassano, raccomandato anche tra i ristoranti, come il Molin Vecio a Caldogno, la Taverna Aeolia a Costozza di Longare.

 

qui l’articolo completo da Il Gazzettino

 

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ricette-antipasti-Poenta e Scopeton (Polenta e Aringa) http://blog.aeolia.com/poenta-e-sopeton-polenta-e-aringa/ http://blog.aeolia.com/poenta-e-sopeton-polenta-e-aringa/#respond Thu, 23 Jan 2014 22:40:02 +0000 http://www.blog.aeolia.com/?p=3864 Vai a Tutte le Ricette dell’Æolia

In menù come tradizione a Gennaio abbiamo ‘poenta e scopeton’ quest’anno anche con un po di ‘renga’, e interessante notare che malgrado tutti o quasi i veneti lo conoscono , ma non sanno cosa sia. ogni uno dice la sua, origini, storia e preparazione.

Quindi oggi mi sono messo un po’ alla ricerca e ho trovato un articolo interessante su Vicenza News questa notizia

Certe cose le sapevo, ma altre mi erano totalmente sconosciute, un plauso ai ricercatori e buon scopeton a tutti!

(notizie tratte da un libretto della pro loco di S. Vito di Leguzzano)

EI sardeon o scopeton (Sardina pilchardus) deve ai Veneti l’onore di possedere un nome proprio. In italiano tale nome non ce l’ha, a meno che non lo si voglia chiamare sardina del Nord Atlantico.

Nella cucina povera dei Veneti di terraferma, assieme a renga (Aringa Clupea harengus) e bacalà(stoccafisso Gadus morrhua) costituiva il cibo che accompagnava frequentemente la polenta sia “calda” che “brustolà”.

Nel Vicentino, scopeton e renga sono spesso stati oggetto di grande confusione, spesso sono stati scambiati l’uno per l’altra, grazie anche al trattamento di salatura ed affumicatura che li rende alquanto simili.
È comune credenza addirittura che l’uno sia il maschio dell’ altra.

Citiamo in proposito una nota rilevata a pag. 317 del libro del prof. Terenzio Sartore di Marano Vicentino “Civiltà rurale di una valle veneta la Val Leogra : – la differenza fra renga e scopeton non è mai stata conosciuta nella nostra terra, ne l’abbiamo trovata precisata in alcun vocabolario dialettale o in altra opera di carattere locale. Lo scopeton è stato ed è creduto comunemente il maschio della renga, nonostante sia ben più piccolo. Apparirà strano a molti sapere, come è apparso inaspettato per noi trovare, dopo laboriose indagini, che gli scopetoni sono le comuni sardelle atlantiche, scelte tra le più grosse, salate e conservate come le aringhe e che sono in genere importate con il nome di English pilchard, dai Paesi che si affacciano sul Mare del Nord. Le renghe, da parte loro, si distinguono in renghe da late (le più tenere) e renghe da uvi (quelle con le uova).”

Anche se per ragioni di approvvigionamento (e per difficoltà di distinguerne il sapore) spesso si spacciano le renghe, opportunamente ripulite delle uova, per scopettoni: lo scambio non è ammissibile.

Con il nome salacca o saracca, infine, si definivano i pesci della famiglia dei Clupeidi, a cui appartiene la renga, famiglia di pesci di scarso pregio e, per lo più, conservati sotto sale ed affumicati.

Renga e scopeton, non essendo pesci che si conservano a lungo, fin dal XII° secolo vengono essiccati con sale ed affumicati, dopo essere stati sventrati e, talvolta, decapitati. Ci sono anche altri metodi di conservazione più recenti, compresa la surgelazione, ma noi ci occuperemo di quelli affumicati, così ricchi di sapore e di storia della nostra gente.

Il Paese di maggior produzione è, come per il bacalà, la Norvegia, dalla quale si riforniscono i maggiori Grossisti e Distributori italiani.

Polenta e Sardeon

Quante volte abbiamo sentito raccontare dai nostri vecchi … “ai me tempi… quatro fete de polenta brustolà e un sardeon pica via in meso o sora la tola… ma solo pociare! Parchè, finìa la polenta, la mama fasea sparire el sardeon che, co’ na scaldadina e do giosse de oio, el giovava ancora. E vanti cussì più che se podèa…

La ricetta antica è quanto di più francescano si possa immaginare e mette in chiara evidenza l’estrema semplicità dell’ambiente in cui veniva usualmente preparata.

El sardeon va ripulito delle pinne e delle squame il più possibile e posto sulla griglia, a brace non troppo forte. Dopo la cottura, va sventrato e liberato della lisca, diviso in filetti, messo in un piatto fondo o in una casseruola (e, secondo alcuni, cosparso di prezzemolo tritato). Quindi va condito con olio d’oliva abbondante e lasciato per qualche ora (anche per qualche giorno) a riposare, per ammorbidirsi ed insaporire l’olio. Sarà infine servito con polenta brustolà (per consentire di “pociare”).

Nelle moderne ricette ci si sbizzarrisce con non poche “variazioni sul tema”. Per ammorbidire il pesce secco e per alleggerirne la salatura, prima di passarlo sulla griglia, c’è chi lo mette a bagno in acqua fredda, chi lo immerge per 5-7 minuti in acqua bollente e chi addirittura lo lascia immerso nel latte per un’intera notte. E’ certo però che un tempo, data la penuria del sale da cucina, i nostri vecchi si guardavano bene dall’alleggerirne la salatura con bagni d’acqua!

Ricetta: Polenta e scopeton

Ingredienti: dose per 4 persone, 2 aringhe salate o affumicate Olio d’oliva, Polenta.

Si tratta di uno dei piatti più amati dai vicentini, soprattutto da quelli che hanno sofferto la triste esperienza della guerra. Davanti ai loro occhi rimane sempre la renga appesa alla trave del soffitto, una specie di miraggio inaccessibile. Una volta tolta la renga dalla trave era festa grande in famiglia e ci si riuniva tutti attorno al tavolo con le fette di polenta calda in mano pronti per l’assalto contemporaneo al piccolo e sempre poco pesce che sarebbe arrivato dal focolare con il suo abbondante pocio. Ora i tempi sono cambiato, ma vi è più di un vicentino che di tanto in tanto ama rivivere quell’assalto alla renga armato di polenta. Si tratta quindi di un piatto che, anche se caduto in disuso, è sempre piacevole e stimolante nella sua semplicità.

Squamate le aringhe con un coltellino affìlato, mondatele, lavatele e ungetele di olio usando una penna di gallina, quindi fatele cuocere sulla griglia (gradela) posta sulla brace di legna, ungendole sovente con dell’altro olio. Una volta pronte diliscatele, apritele a metà ed irroratele con abbondante olio, lasciandole riposare per un paio d’ore. Servitele poi con polenta calda. Oltre all’olio alcuni usano cospargere el scopeton con della cipolla fresca tagliata a fettine finissime. Altri cuociono le renghe, una volta unte d’olio e avvolte in robusta carta oleata, mettendole sotto la cenere calda del camino. Un ultimo sistema è quello di far bollire la renga per 5 minuti, prima di pennellarla di olio e cuocerla sulla griglia. Il pregio di questo pesce aumenta comunque dopo una prolungata permanenza nell’olio che si impregna del suo sapore e che forma il famoso pocio di cui va matta la polenta.

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Lunedì 11 novembre il secondo “Master de.co.”, corso di formazione e di cucina dedicato a 3 specifici prodotti de.co. vicentini http://blog.aeolia.com/lunedi-11-novembre-il-secondo-master-de-co-corso-di-formazione-e-di-cucina-dedicato-a-3-specifici-prodotti-de-co-vicentini/ http://blog.aeolia.com/lunedi-11-novembre-il-secondo-master-de-co-corso-di-formazione-e-di-cucina-dedicato-a-3-specifici-prodotti-de-co-vicentini/#respond Tue, 05 Nov 2013 16:37:31 +0000 http://www.blog.aeolia.com/?p=3577

Masterdeco

Dopo il successo della prima edizione, prende avvio il prossimo lunedì 11 novembre il secondo “Master de.co.”, corso di formazione e di cucina dedicato a 3 specifici prodotti de.co. vicentini: il formaggio Castelgrotta di Schio, la trota di Altissimo, il radicchio di Asigliano. Il corso è rivolto a ristoratori e prevede 3 lezioni, ciascuna delle quali tenuta da importanti chef vicentini (Corrado Fasolato, Antonio Dal Lago, Amedeo Sandri) affiancati dai produttori degli alimenti oggetto del corso.

 

 

 

 

 

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Vinitaly 9 Aprile 2012 Pastatrend! http://blog.aeolia.com/vinitaly-9-aprile-2012-pastatrend/ http://blog.aeolia.com/vinitaly-9-aprile-2012-pastatrend/#respond Sat, 06 Apr 2013 23:42:06 +0000 http://www.blog.aeolia.com/?p=3311 12494_10200521115623410_1140736536_n[1] 408141_10200521103383104_676190743_n[1]

FEDERAZIONE REGIONALE DELL’ARTIGIANATO VENETO

Pastatrend Preview Vinitaly 2013

PERCORSI DEL BELLO E DEL BUONO

SHOW COOKING IN VIA DELL’ARTIGIANO

11.00 17 Sebastiano Saviane Rist. La Nicchia
Il Raviolo con l’Agnello dell’Alpago e il sior sante della salute

12.00 18 Confartigianato alimentazione

Casunziei della ladinia dolomitica veneta, Bigoli & gargati vicentini, Tortellini di Valleggio la tradizione in tavola

13.00 19 Confartigianato alimentazione

Casunziei della ladinia dolomitica veneta, Bigoli &
gargati vicentini, Tortellini di Valleggio la tradizione in
tavola

14.00 20 Ristorante AEOLIA Costozza di Longare
Bigoli in salsa d’anitra e acciuga Gargati al consiero
Tortelli con ricotta affumicata semi di papavero e burro

15.00 21 Trattoria El Piron Bassano del Grappa
Bigoli in salsa d’anitra e acciuga Gargati al consiero
Tortelli con ricotta affumicata semi di papavero e burro

09/04/2013 16.00 22 Sebastiano Saviane Rist. La Nicchia
Le Pappardelle di Mais Sponcio su ragout vegetariano
e il sior sante della salute

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http://blog.aeolia.com/vinitaly-9-aprile-2012-pastatrend/feed/ 0 3311
Æventi della Settimana http://blog.aeolia.com/aeventi-della-settimana/ http://blog.aeolia.com/aeventi-della-settimana/#comments Sat, 05 Jan 2013 00:17:37 +0000 http://www.blog.aeolia.com/?p=2990

ÆVENTI
DELLA SETTIMANA

logo-aeolia-color

Lunedì

Pasta & Basta

MINI CORSO DALLE 11 ALLE 15

PREPARAZIONE DI CINQUE PRIMI
OGNI VOLTA DIVERSI
TRE DA MANGIARE ASSIEME
DUE DA PORTARE E ASSAPORARE A CASA

35,00
Bevande Incluse
(Minimo 10 Persone)

Martedì

Siamo a Cena fuori…..

Mercoledì

La Lunga notte dei Fagottini
FAGOTTINI,
FAGOTTINI,
FAGOTTINI!
5,00 a Porzione

Giovedì

Cuocinando
I CORSI DI CUCINA
DALLE 17,30 ALLE 21,00
BASIC
ADVANCED
MASTER
(Minimo 10 persone)

Venerdì

Viva il Baccalà
BACALAO
RISOTTO AL BACCALÀ
GNOCCHI AL BACCALÀ
BACCALÀ SACRO & PROFANO
SORBETTO SCOMPOSTO
28,00
Bevande Escluse
(Minimo per 2 Persone)

Sabato

Happy Couple
IL MENÙ ÆOLIA ALL INCLUSIVE
MISTICANZA
FAGOTTINI
ANGUS
SFOGLIATINA
CAFFÈ, VENTODIVINO,
ACQUA & COPERTO
55,00 a coppia
Tutto compeso

Domenica

La Cena della Domenica
SunDine
UN PRIMO & UN DESSERT A SCELTA
UN CALICE DIVINOVENTO
ACQUA & COPERTO
15,00
Tutto compeso

]]> http://blog.aeolia.com/aeventi-della-settimana/feed/ 1 2990 La Magnifica Cofraternita dei Ristorante De.Co. http://blog.aeolia.com/la-magnifica-cofraternita-dei-ristorante-de-co/ http://blog.aeolia.com/la-magnifica-cofraternita-dei-ristorante-de-co/#respond Wed, 25 Jan 2012 01:22:59 +0000 http://blog.aeolia.com/?p=2531 E’ con grande onore che finalmente posso svelare l’indirizzo della pagina della Confraternita

 

Confratello Fondatore

http://www.comunideco.it/

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Una Piazza Da Gustarti 15 & 16 Ottobre 2011 – Piazza Dei Signori a Vicenza http://blog.aeolia.com/una-piazza-da-gustarti-15-16-otobre-2011-piazza-dei-signori-a-vicenza/ http://blog.aeolia.com/una-piazza-da-gustarti-15-16-otobre-2011-piazza-dei-signori-a-vicenza/#respond Tue, 18 Oct 2011 02:35:13 +0000 http://blog.aeolia.com/?p=2170

 Il link al video

Grande successo di pubblico e affluenza, un quintale di gelato, 3 di gnocchi, altrettanti (o quasi di pasta fresca) anitre, baccalà, pane, polenta, cioccolata e birra. I vicentini (e non) hanno potuto provare e vedere le Eccellenze Vicentine degli artigiani Vicentini.

Dalla sopressa alla ‘Gata‘, il dolce tipico della città, e dalla birra artigianale alla ‘Vicentina‘, il nuovo pane realizzato dai fornai del posto, ”Una Piazza da GustArti” porta l’attenzione sul lato goloso di Vicenza promuovendo a un tempo i prodotti locali e l’arte artigiana dei tanti operatori alimentari che quotidianamente preparano le genuine delizie che portiamo nelle nostre tavole. Incorniciata dalle meraviglie architettoniche della storica piazza del centro, la rassegna è anche un ottimo pretesto per soffermarsi a visitare la città, ricchissima di tesori artistici e culturalmente vivace con un’offerta di intrattenimento che soddisfa tutte le età.

Per accedere alle degustazioni è necessario essere in possesso del coupon rilasciato dietro il corrispettivo di un piccolo contributo poi devoluto in beneficenza. La manifestazione si apre sabato alle 16 e fino alle 23 per concludersi domenica con orario 10-19 circa.

 

 

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Una Piazza da Gustarti 15 & 16 Ottobre 2011 in Piazza dei Signori a Vicenza http://blog.aeolia.com/una-piazza-da-gustarti-15-16-ottobre-2011-in-piazza-dei-signori-a-vicenza/ http://blog.aeolia.com/una-piazza-da-gustarti-15-16-ottobre-2011-in-piazza-dei-signori-a-vicenza/#respond Tue, 11 Oct 2011 02:27:38 +0000 http://blog.aeolia.com/?p=2149 Sabato 15 e domenica 16 ottobre, assiame agli altri ristoranti artigiani vicentini, saremo presenti a:

Una Piazza da Gustarti dove presenteremo i bigoli all’anitra e ……vi aspetto!

 

storia

ricette

storia

 

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