Pubblico su richiesta di Gianluigi, questa notizia incredibile
La trascorsa vergogna dei bond argentini non é l’unico fatto che ci preoccupa nei confronti di un paese che dovrebbe dare al Mondo ottime dimostrazioni in fatto di apertura commerciale e capacità relazionale nei mercati. Oggi, converrete con me, l’Argentina dovrebbe dimostrarsi un paese attento e capace anche in fatto di politiche commerciali internazionali per recuperare immagine e credibilità su tutti i mercati del Mondo. Nell’immaginario di tanti italiani si ricordano le instabilità e incertezze (non solo dei mercati ma anche sociale e morali) da sempre carta di identità di questo paese dall’imprevisto facile. Ebbene, è recente la decisione di un discusso ministro argentino in base alla quale dal 10 giugno 2010 non dovrà più essere importata pasta italiana (e una serie di altri alimenti stranieri). Questa notizia mette sinceramente una grande tristezza non tanto per l’aspetto economico: la quantità di pasta che importa l’Argentina dall’Italia è risibile, non arriverà nemmeno ad 1 milione di euro. L’indignazione deriva da ben altre ragioni, che cominciano per esempio dal fatto che l’interscambio commerciale con l’Italia è di ben 500 milioni di euro a favore all’Argentina. Senza contare poi che proprio in Argentina operano a tutto campo sia la Fiat sia la Telecom, impegnando migliaia di dipendenti mentre lo stesso governo italiano ha investito da sempre centinaia di milioni di euro in aiuti economici e sociali. Migliaia di italiani hanno proprietà e imprese in Argentina, il legame con il nostro paese è molto forte e anche la voce turismo vede notevoli capitali italiani destinati all’Argentina. La storia stessa dell’Argentina vede protagonisti gli italiani i quali si insediarono nel tempo in quel Paese ma non come feroci colonizzatori bensì come emigranti, in gran parte dei casi sfruttati e sottomessi. Ed è verissimo quanto ricordato dal giornalista Rosario Scarpato, che in un recente articolo di denuncia rispetto al veto posto nei confronti della pasta italiana, cità il Prezzolini il quale sosteneva: “fanno più Italia gli spaghetti che non Dante” e questa verità vale ancora di più in un paese come l’Argentina che innegabilmente agli italiani deve tantissimo. Insomma il blocco dell importazioni di pasta italiana sembra proprio una mossa senza senso. In Argentina, nel 2010, muoiono ancora di fame 3000 bambini all’anno. Se si potesse dimostrare che misure populiste come queste servissero a salvare una sola di quelle vite, ovviamente le stesse si potrebbero accettare senza battere ciglio. Gianluigi Veronesi