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Æolia Blog

il Niño e il 2015 potrebbe diventare l’anno più caldo di sempre (ma non all’Æolia)

Posted in: Aeolia News, Diario Ma non Solo, Menù

Dopo 5 anni torna il Niño, e già i giornali e i siti web decretano il 2015 come l’anno più caldo di sempre ma….

da http://wikimapia.org/27298508/it/Villa-Aeolia

Nel 1592 Galileo Galilei incominciò a insegnare matematica all’università di Padova. Nell’estate del 1593 contrasse una cattiva forma di artrite a Costozza, in provincia di Vicenza, quando era ospite del conte Camillo Trento. L’illustre scienziato si era addormentato su un rosone dei “ventidotti” della famosa villa Aeolia di Costozza contraendone una trista malattia che lo accompagnò per tutta la vita.
Bisogna sapere che attorno a Costozza si trovano 6 ville costruite in varie epoche a partire dal 1550, ville che sfruttano tutte lo stesso sistema di raffreddamento. I locali interni degli edifici sono collegati a cavità e condotti sotterranei, naturali e in parte artificiali, chiamati covoli o grotte che forniscono d’estate l’aria fredda necessaria a climatizzare l’ambiente. Queste grotte si trovano nelle vicine colline e sono anche sfruttate per la coltivazione dei funghi. I ventidotti o canali di ventilazione collegano le grotte alle ville di Costozza. Sono lunghi fino a qualche centinaio di metri e vanno a sboccare nelle cantine. La temperatura dell’aria nei covoli si aggira intorno ai 11-12 gradi centigradi durante tutto l’anno. Dai ventidotti l’aria fresca penetra nei locali d’abitazione attraverso rosoni di marmo traforato, posti nei pavimenti. Attraverso queste condutture l’aria degli edifici si rinfresca di una decina di gradi (temperatura interna – per esempio – di circa 16 gradi in contrapposizione a una esterna superiore ai 30). Anche il Palladio nei suoi libri di architettura parla di questi ventidotti e li paragona, riprendendo un’immagine mitologica eolica, al “carcere dei venti”. Galileo, in parole povere, si era addormentato su un rosone di uno di questi ventidotti della villa Aeolia contraendone una fastidiosa forma di artrite, diventata inguaribile.

e ancora

da http://www.solarenergysunrise.com/2012/10/le-ville-di-costozza.html

 

ÆOLUS HIC CLAUSO VENTORUM CARCERE REGNAT ÆOLIA:
“Eolo (re del vento) è rinchiuso in questo carcere e vi regna”. Infatti, se si apre la porta principale della cantina, il vento si sprigiona…
A una decina di km a sud di Vicenza, in una calda giornata estiva, si può approfittare dell’occasione per visitare un paesino tutto ville antiche e giardini, Costozza, al riparo di una falesia dei monti Berici, piena di grotte: i covoli.
Il pranzo lo si potrà gustare in un bel ristorante, celebre per il suo sistema d’aria condizionata naturale, che condivide con le ville vicine. E’ la Taverna di Eolo, nei locali che facevano parte della residenza più importante di cui è rimasta una sala affrescata qualche secolo fa, quando già era in uso l’ingegnoso sistema, ancora attuale. Infatti, le cantine sotto il centro storico sono piene di cunicoli e piccole stanze che tutto l’anno mantengono la temperatura abituale sotto terra: in genere dai 10 ai 18 gradi centigradi, qui intorno ai 10.
D’estate basta aprire le porte e le prese d’aria dei covoli per avere un delizioso refrigerio a costo nullo per l’ambiente e per i proprietari.

 

Le sei ville costruite in varie epoche a partire dal 1500, sulle pendici dei monti Berici, sfruttano lo stesso sistema di raffreddamento degli antichi edifici iraniani, con condotti di ventilazione, collegati a cavità sotterranee, di cui abbiamo accennato in un post precedente.
I covoli sono in diretta comunicazione con l’esterno attraverso numerose aperture situate a quote diverse tra loro. Pertanto, soprattutto nei periodi in cui la temperatura dell’aria esterna è maggiore di quella dell’aria interna, si innesca un moto convettivo di circolazione dell’aria per cui quella calda, che entra nei covoli dall’apertura in alto, riesce definitivamente ad uscire raffrescata dalle aperture situate in una posizione più bassa, circolando naturalmente.

 

Con la finalità di sfruttare in modo appropriato tale fenomeno naturale di raffrescamento delle ville di Costozza, queste ultime sono state collegate direttamente alle parti inferiori dei covoli attraverso una serie di cunicoli sotterranei appositamente scavati, comunemente chiamati “ventidotti”, della lunghezza di qualche centinaio di metri. Questi ventidotti arrivano fino alle cantine delle ville e successivamente da queste l’aria fresca penetra nei locali che si trovano nella parte più alta dell’abitazione attraverso rosoni di pietra o di marmo traforato localizzati nei pavimenti dei locali del piano terra. Se il rosone resta chiuso, durante una giornata del mese di luglio in cui la temperatura esterna può arrivare fino a 29° C, la temperatura in una stanza del piano terra può essere compresa tra i 20,5° C ed i 21,5° C.
Al contrario con il rosone aperto la temperatura in un ambiente della villa si abbassa fino a raggiungere la temperatura di 16° C, quando esternamente si arriva normalmente a 33° C.
Le ville di Costozza erano così celebri che ne parlò anche il Palladio, nel primo dei suoi “Quattro libri dell’Architettura”.

 

Tra gli ospiti illustri che hanno soggiornato all’Æolia ricordiamo: Galileo Galileiastronomo, Andrea Palladio architetto, che nei suoi trattati parla appunto dell’ingegnoso sistema di condizionamento dell’aria, il Mantegna, pittore, e Orazio Marinali, scultore.
e
ancora

Il Rinascimento – Le ville di Costozza

Le ville di Costozza

Dal punto di vista dell’architettura climatica, sono molto interessanti le ville di Costozza, anch’esse in Veneto, dove veniva sfruttato il vento che passa per delle grotte allo scopo di rinfrescare gli ambienti in estate.

A Costozza, frazione del Comune di Longare (VI), nei colli Berici, sulla proprietà dei Trenti, una nobile famiglia di Vicenza, c’erano delle grotte e delle gallerie sotterranee, dette “covoli”, scavate in antichità per estrarne delle pietre. Nei covoli, che comunicano tramite varie aperture con l’esterno, la temperatura dell’aria rimane pressoché constante, intorno ai 10-12°C durante tutto l’anno (1). Quando i proprietari, nel Seicento, costruirono le loro ville su questo terreno, ebbero l’idea di sfruttare l’aria delle grotte per rinfrescarne gli ambienti interni. Collegando i sotterranei dei fabbricati con i cunicoli, i cosiddetti “ventidotti”, alle grotte e, all’interno delle ville, realizzarono un sistema di bocchette che consentivano la regolazione del flusso d’aria. Ancora oggi l’aria fresca penetra nei sotterranei, e, attraverso le bocchette, raggiunge i piani superiori.

 

Ville di Costozza – Planimetria generale

(Leggenda: 1 Villa Eolia, 2 Villa Trento, 3 Casa dei buoni fanciulli, 4 Villa da Schio, 5 Villa Cà Molina, 6 Villino Garzadori, 7 Ingresso al covolo dei venti,

A Covolo dei venti, B Grotta del Marinali, C Covoletti di villa Trento

 

Come si sa, nelle grotte, nei cunicoli e nei locali sotterranei, l’aria ha una temperatura quasi costante per tutto l’anno, pertanto, questi luoghi, in estate li percepiamo freschissimi. In antichità, molte grotte erano usate per tenere freschi viveri e acqua, e, in alcuni casi, anche per refrigerare  le case. Il problema che si poneva era: come convogliare l’aria fresca anche dentro la casa? Nelle ville di Costozza ci si è riusciti grazie ad alcune particolari circostanze.

 

 

Ville di Costozza – Sistema delle grotte

Il flusso d’aria nelle grotte è generato dalla differenza di temperatura e di pressione. Nei periodi in cui la temperatura dell’aria esterna è superiore a quella dell’aria interna, si sviluppa un flusso d’aria per cui, quella calda, che entra nei covoli dall’apertura  in alto, ne esce, raffreddata, dalle aperture più basse. Il movimento è quindi discendente in estate, ed è ascendente in inverno, quando la temperatura dell’aria esterna è minore di quella interna.

 

Ville di Costozza – Sistema delle grotte

 

Andrea Palladio, meravigliato da questo sistema, lo descrive nel primo dei suoi Quattro Libri dell’Architettura, quando parla dei camini, con le seguenti parole (2):

De’ camini usavano gli antichi di scaldare  le loro stanze in questo modo. Facevano in camini nel mezzo con colonne, o modiglioni, che toglievano suso gli architravi sopra i quali era la piramide del camino, d’onde usciva il fumo, come se ne vedeva uno a Baia appresso la piscina di Nerone; & uno non molto lontano da Civita Vecchia. E quando non vi volevano camini, facevano nella grossezza del muro alcune canne, o trombe, per le quali il calor del fuoco, ch’era sotto quelle stanze saliva & usciva per certi spiragli, o bocche, fatte nella sommità di quelle canne. Quasi nell’istesso modo i Trenti, gentiluomini vicentini, a Costozza, lor villa rinfrescano l’estate le stanze: perciocché  essendo nei monti di detta villa, alcune cave grandissime, che gli abitatori di quei luoghi chiamano covoli, & erano anticamente petraie, della quali credo intenda Vitruvio, quando nel secondo libro, ove tratta le pietre, dice, che nella Marca Trivigiana si cava una sorte di pietra, che si taglia con la sega, come il legno. Nelle quali nascono alcuni venti freschissimi, questi gentiluomini per certi volti sotterranei, ch’essi dimandano ventidotti; gli conducono alle loro case, e con canne simili alle sopraddette conducono poi quel vento fresco per tutte le stanze, otturandole e aprendole a lor piacere per pigliare più e manco fresco secondo le stagioni. E benché per questa grandissima comodità sia questo luogo meraviglioso; nondimeno molto più degno di essere goduto & visto lo rende il carcere de’ venti che è una stanza sotterra fatta dall’eccellentissimo signor Francesco Trento & da lui chiamata EOLIA: ove molti di detti ventidotti sboccano: nella quale per fare che sia ornata e bella e conforme al nome, egli ha sparagnato né a diligenza, né a spesa alcuna”.

per finire http://www.fotovoltaicosulweb.it/guida/un-impianto-di-condizionamento-ante-litteram-i-ventidotti-di-costozza.html

UN IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO ANTE LITTERAM. I VENTIDOTTI DI COSTOZZA

Antesignano degli impianti di ventilazione e condizionamento. I ventidotti cinquecenteschi di Costozza sfruttano l’aria fresca proveniente dalle grotte circostanti per rinfrescare le stanze delle ville nobiliari. Ecco come.

Autore

Dott.ssa Serena Casu

Nelle nostre case, così come negli edifici pubblici e privati, siamo ormai abituati a contrastare il caldo estivo con sistemi di aria condizionata più o meno sofisticati. I più attenti alle problematiche ambientali e alla salvaguardia delle risorse si affidano alle più complesse progettazioni bioclimatiche degli edifici. Nulla di tutto ciò era però conosciuto nel XVI secolo. Eppure risale a quest’epoca la realizzazione di un impianto per il raffrescamento dell’aria delle ville nobiliari di Costozza, frazione del comune di Longare (Vicenza), nella quale ancora oggi può essere ammirato questo antesignano dei moderni sistemi di condizionamento dell’aria.

Un ingegnoso sistema di ventilazione,
dal Cinquecento, è ancora in funzione:
attraverso canne sotterranee e silenti,
l’aria dei covoli soffia dai pavimenti.

Le auliche sale, in tutte le stagioni abitate:
d’estate con l’aria frizzante rinfrescate,
mentre temperate sono nel rigido inverno,
dove nell’abitare si respira un clima eterno
.[1]

Sono due strofe di una delle poesie scritte da Bruno Maistro, insegnante di Costozza, in una sua raccolta di versi dedicati alla storia della località vicentina. L’ingegnoso sistema di ventilazione che consentiva di mantenere un clima eternonelle sale interessate da questo impianto è composto dai cosiddetti ventidotti. Si tratta di una serie di cunicoli sotterranei che collegano le ville nobiliari alle grotte del circondario, attraverso i quali l’aria a temperatura costante proveniente dalle grotte viene convogliata per convenzione naturale alle sale dei palazzi nobiliari, consentendo dirinfrescare naturalmente le sale in estate, e di mitigarne le rigide temperature in inverno. L’aria proveniente dalle grotte, infatti, mantiene tutto l’anno una temperatura pressoché costante tra i 10 e i 12°.

Una delle griglie in pietra per la fuoriuscita dell'aria proveniente dai ventidotti

(Una delle griglie in pietra per la fuoriuscita dell’aria proveniente dai ventidotti. Fonte immagine)

Tra i principali artefici di questo affascinante impianto di condizionamento ante litteram c’è il conte Francesco Trento, discendente dell’importante famiglia Morlini stabilitasi da Trento a Costozza negli anni Venti del Quattrocento, il quale nella seconda metà del Cinquecento fa collegare le sale delle sue proprietà alle viscere dei monti vicini, realizzando questo imponente sistema di raffrescamento che avrebbe destato non poca meraviglia tra i suoi numerosi ospiti. Sembra, infatti, che il conte amasse circondarsi di scienziati e letterati, i quali trascorrevano lunghi soggiorni estivi ospiti delle sue dimore.

A lui si deve, tra l’altro, la costruzione di un edificio ancora esistente, Villa Eolia, attualmente un ristorante, all’interno della quale con molta probabilità si svolgevano le riunioni tra il conte e i suoi eruditi ospiti. La sala dove si riuniva quella che è stata definita l’Accademia Eolica, era rinfrescata dall’aria proveniente dal criptoportico sottostante, non a caso chiamato “Carcere dei Venti“, nel quale terminava il reticolo di ventidotti provenienti dalle vicine grotte. Dal criptoportico l’aria penetrava nella sala principale attraverso una griglia traforata in pietra.

Villa Eolia

(La cantina dell’attuale ristorante Villa Eolia. Si noti in alto la griglia per il passaggio dell’aria. Fonte Immagine)

La leggenda narra che tra gli ospiti dell’Accademia vi fosse anche Galileo Galilei, il quale si sarebbe ammalato di reumatismi proprio a Costozza, a causa dell’esposizione prolungata all’aria fredda proveniente dai ventidotti. Non vi sono notizie certe sulle cause della malattia dell’illustre scienziato, ma sappiamo che questo affascinante sistema di ventilazione non mancava di stupire chiunque visitasse questo edificio o le altre ville della zona collegate alle grotte. Basti pensare che dei ventidotti di Costozza ha parlato anche il Palladio, nel primo dei suoi Quattro libri dell’Architettura. Ecco cosa scriveva il celebre architetto nel 1570, al capitolo XXVII del primo dei suoi libri, a proposito di questo ingegnoso sistema di ventilazione:

Quasi nell’istesso modo i Trenti, Gentiluomini Vicentini, a Costoza lor Villa rinfrescano l’Estate le stanze: perciocché essendo nei monti di detta Villa, alcune cave grandissime, che gli abitatori di quei luoghi chiamano covali, ed erano anticamente Petraie, delle quali credo che intenda Vitruvio, quando nel secondo libro, ove tratta delle pietre, dice, che nella Marca Trivigiana si cava una sorte di pietra, che si taglia con la sega, come il legno, Nelle quali nascono alcuni venti freschissimi; questi Gentiluomini per certi volti sotterranei, ch’essi dimandano Ventidotti, gli conducono alle loro case e con canne simili alle sopradette conducono poi quel vento fresco per tutte le stanze, otturandole, ed aprendole a lor piacere per pigliare più e manco fresco, secondo le stagioni. E benché per questa grandissima comodità sia questo luogo maraviglioso; nondimeno molto più degno di esser goduto e visto lo rende il carcere de’ Venti, che è una stanza sotterra fatta dall’Eccellentissimo Signor Francesco Trento e da lui chiamata EOLIA: ove molti di detti Ventidotti sboccano: nella quale per fare che sia ornata e bella e conforme al nome egli non ha sparagnato né a diligenza, né a spesa alcuna.[2]

[1] Bruno Maistro, Custodia (Costozza), Longare, 2009. Le strofe sono tratte dalla poesia dedicata a Villa Trento-Carli
[2] Qui il capitolo completo

Per saperne di più si consiglia la lettura di:

-Alessandro Bevilacqua, Ricerche e notizie per una storia artistica di Costozza, Longare e Lumignano, in E.Reato (a cura di), Costozza. Territorio immagini e civiltà nella storia della Riviera Berica Superiore, Stocchiero Editrice, Vicenza, 1984, pp. 869-966
-Giuseppe Barbieri, Il vento e la legge. Francesco Trento e il circolo di Villa Eolia, in Studi Veneziani, VII, 1983, pp. 81-142
Guida di Longare, Costozza e Lumignano, 1997

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